A seguito di recenti articoli pubblicati, il Consiglio di Amministrazione di Cordar Biella ritiene doveroso intervenire e, attraverso una comunicazione, prende formalmente posizione a tutela della propria azione e dell’operato della Società rappresentata.
Il depuratore di Cossato Spolina è stato costruito ed inaugurato nel 1978, con la primaria funzione, all’origine, di depurare i reflui civili ed industriali collettati attraverso la rete fognaria e provenienti dalla zona denominata “Bacino C” in cui ricadono, tra gli altri, i territori di Biella Est, Cossato, Valle Mosso, Vigliano e Valdengo.
Tale zona, al momento della costruzione ed avviamento del depuratore, era caratterizzata dalla massiccia presenza di insediamenti industriali tessili e, quindi, in sede di progettazione e realizzazione dell’impianto, lo stesso era stato dimensionato per poter gestire, trattare e depurare quantitativi ingenti di reflui, caratterizzati da alti fattori inquinanti quali quelli tipici dell’industria tessile.
Nel corso degli anni, la nota crisi che ha colpito in generale il Paese e nello specifico il settore produttivo locale, ha fatto sì che, per la chiusura o il drastico ridimensionamento dei carichi di lavoro di numerosissime aziende biellesi, le quantità e la qualità dei reflui collettati verso il depuratore andassero rispettivamente a scemare ed a modificarsi, per effetto della sopravvenuta evidente prevalenza dei reflui di provenienza civile rispetto a quelli industriali.
Dai circa 7 milioni di mc trattati nel 2001 si è passati a meno di 2 milioni di mc trattati al giorno d’oggi.
Nei primi anni 2000, quindi, Cordar ha iniziato a raccogliere, trattare e depurare anche reflui non collettati tramite la rete fognaria ma attraverso conferimenti c.d. “extrafognari”, ovvero trasportati su gomma per essere immessi, secondo una specifica e rigorosa procedura, nell’impianto di depurazione.
Un processo estremamente rigoroso finalizzato a selezionare, monitorare e valutare la qualità dei reflui accettati e trattati in modo da garantire il rispetto dei parametri “in uscita” (ovvero quelli delle acque “reimmesse” nei corsi d’acqua a seguito del ciclo depurativo), la compatibilità qualitativa e quantitativa degli stessi rispetto ai processi depurativi tipici dell’impianto e selezionare la tipologia ed i quantitativi di reflui addirittura utili ai fini del corretto funzionamento del ciclo depurativo.
È il caso inoltre di precisare che identiche attività di raccolta, trattamento e depurazione di reflui “extrafognari” sono state e vengono a tutt’oggi svolte, senza alcuna contestazione, da numerosi altri gestori piemontesi, che attuano nello specifico il medesimo ciclo depurativo che caratterizza l’impianto di Cossato Spolina.
La storia della gestione dell’impianto e dei puntuali e rigorosi controlli svolti, con frequenza mensile, dagli Enti e dalle Agenzie deputate al controllo ed al monitoraggio dell’attività, ARPA tra tutti, consente di affermare con certezza che, nel corso di oltre 20 anni di esercizio, l’impianto di depurazione di Cossato ha sempre garantito, in riferimento al trattamento di reflui “extrafognari”, il totale rispetto di tutti i parametri e standards imposti dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale, per la reimmissione in alveo del risultato del ciclo depurativo attuato.
L’attività sopra descritta di trattamento dei reflui “extrafognari” oltre ad aver rappresentato una sorta di garanzia per il funzionamento stesso del processo depurativo messo in crisi dalle mutate condizioni dei reflui collettati attraverso la fognatura, ha altresì costituito, negli anni, un’importante risorsa per il territorio sotto altri vari aspetti:
- innanzitutto la possibilità di dare una risposta di prossimità all’esigenza delle aziende del territorio non collegate ai collettori, di gestire, nel pieno rispetto dell’ambiente, lo smaltimento dei reflui dei propri processi produttivi (sempre ovviamente “a valle” di una puntuale valutazione e verifica della tipologia del refluo prodotto e di cui veniva richiesto il trattamento);
- in secondo luogo, la possibilità di dare una risposta di prossimità all’esigenza del territorio di depurare, nel pieno rispetto dell’ambiente, i percolati delle discariche di Masserano, Biella, Cavaglià ed Alice Castello, anche con un evidente contenimento dei costi di trasporto;
- non è inoltre trascurabile la possibilità di integrare, con l’attività di raccolta dei reflui “extrafognari”, parte degli ingenti ricavi venuti meno per effetto della crisi economica del territorio, possibilità questa che, pur contenuta nel rigoroso rispetto dei limiti quantitativi imposti dalla normativa comunitaria, ha reso possibile per Cordar l’attuazione di una politica di contenimento delle tariffe, a vantaggio di tutti i cittadini del territorio.
Nel mese di marzo dell’anno 2018, nel corso di uno dei numerosi controlli posti in essere da ARPA presso il Depuratore di Cossato, veniva rilevato, in sede di accettazione in ingresso di un refluo “extrafognario” proveniente da un’azienda locale, uno specifico parametro (rame) che, secondo l’Agenzia, sarebbe stato superiore al limite imposto dalle autorizzazioni rilasciate dalla Provincia per l’esercizio dell’attività di depurazione.
A seguito di tale controllo, in accordo con tutti gli Enti deputati ed i soggetti coinvolti, Cordar ha avviato un’attività di verifica volta a confermare:
- che l’abbattimento degli inquinanti contenuti nei rifiuti liquidi trattati presso gli impianti di depurazione di Cordar non avviene solo per diluizione, ma con un complesso ed articolato trattamento fisico, chimico e biologico;
- che, al termine del trattamento di depurazione, gli impianti di Cordar rispettano i limiti imposti dalla vigente normativa in materia di scarico in acque superficiali;
- che i rifiuti liquidi trattati, anche laddove contengano – in ingresso – alte concentrazioni di specifiche sostanze, non hanno effetti negativi sul ciclo depurativo né sul rispetto dei parametri di legge per la reimmissione in alveo del risultato del ciclo attuato;
- che molti dei rifiuti liquidi trattati, anzi, sono in grado di apportare elementi utili al ciclo depurativo stesso.
Parallelamente, Cordar si è impegnato ad avviare con il Politecnico di Torino una collaborazione finalizzata a confermare le risposte dell’impianto rispetto alla gestione dei rifiuti “extrafognari”.
L’inizio di tale attività risale al mese di luglio 2019; tutte le azioni ed i processi sono stati preventivamente concordati con la Provincia di Biella, ARPA ed ATO 2 Piemonte e le risultanze intermedie sono state puntualmente trasmesse, discusse e condivise con tutti i soggetti sopra citati che, prendendo atto, mai hanno fatto pervenire contestazioni, perplessità o dubbi.
La conclusione delle attività era prevista per la fine del corrente mese di giugno, con le conseguenti definizioni di merito.
Tutti i costi per la gestione del progetto sono stati interamente sostenuti da Cordar nella costruttiva convinzione di poter addivenire ad un risultato che tutelasse i soggetti coinvolti consentendo, nella consueta garanzia per il territorio, la prosecuzione delle attività.
In data 15.06.2021, prima della consegna della relazione conclusiva di verifica di quanto sopra descritto, in sede di un incontro presso la Provincia di Biella, con stupore Cordar ha appreso l’emissione di un parere di ARPA che testualmente “non ritiene utile il proseguimento della sperimentazione”, con la conseguente definizione del diniego di trattare gli “extrafognari” oggetto dell’analisi.
A fronte di inconfutabili evidenze e senza aver mai nel corso di tutta la fase progettuale, durante i molteplici confronti, comunicato obiezioni sia alla procedura, sia ai risultati ottenuti, oggi, sulla base di quanto espresso nel parere emesso, l’ARPA e la Provincia di Biella non consentono a Cordar il trattamento dei rifiuti liquidi oggetto delle verifiche causando rilevanti perdite economiche alla Società, nonché gravissime compromissioni ambientali nell’ambito del mantenimento delle condizioni di efficacia ed efficienza depurativa dell’impianto, che inevitabilmente comporteranno conseguenze sull’intero territorio.
Cordar, ritenendo errate ed infondate le osservazioni di ARPA, ha già formalmente richiesto alla Provincia di Biella una proroga dell’autorizzazione a procedere con il trattamento degli extrafognari di cui alle contestazioni con avvertimento che i gravissimi danni economici già sofferti e sofferendi nell’espletamento del proprio servizio pubblico di corretto trattamento e smaltimento dei rifiuti liquidi ed il fondato rischio di compromissione del funzionamento e della funzionalità dei propri impianti (costati milioni di euro ai cittadini biellesi), laddove non rimediati in più che ragionevoli termini di proroga, troveranno necessaria tutela davanti alle competenti Autorità.
Il C.d.A. di Cordar S.p.A. Biella Servizi